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SIO

Il Celastrolo riduce l’appetito ed il peso corporeo indipendentemente dalla termogenesi

Contributo di CIGNARELLI

Il Celastrolo riduce l’appetito ed il peso corporeo indipendentemente dalla termogenesi

Commento editoriale a cura di Angelo Cignarelli e Valentina A. Genchi

Autori: Pfuhlmann K. et al., Celastrol Induced Weight Loss is Driven by Hypophagia and Independent From UCP1

Titolo: Il Celastrolo riduce l’appetito ed il peso corporeo indipendentemente dalla termogenesi in vivo

Rivista: Diabetes 2018 Aug; db180146. https://doi.org/10.2337/db18-0146
PMID: 30158241

Breve razionale

Studi recenti hanno documentato gli effetti terapeutici di una nuova molecola di origine naturale, molto conosciuta nella medicina cinese, il “Celastrolo”, in diverse patologie tra cui l’artrite reumatoide, l’edema, la psoriasi e più di recente l’obesità. L’azione anti-obesogena del Celastrolo potrebbe in parte essere spiegata dal ruolo leptino-sensibilizzante della molecola in grado di promuovere una riduzione dell’intake calorico, del peso corporeo e di migliorare, pertanto, il profilo metabolico. Tuttavia, ad oggi, non sono ben chiari i meccanismi responsabili di questi benefici.

Obiettivo

Valutare gli effetti della somministrazione in vivo del Celastrolo sul peso corporeo, sul metabolismo e sulla termogenesi in quattro modelli murini geneticamente resi incapaci di esprimere la leptina (Lepob), il recettore della leptina (Lepdb) e la termogenina UCP-1 (UCP-1 KO).

Metodi

Topi C57BL/6 sono stati geneticamente modificati al fine di ottenere i fenotipi Lepob, Lepdb e UCP-1 KO. I gruppi sono stati esposti a dieta normale (CFD) e dieta ad elevato contenuto di grassi (HFD), e sottoposti a trattamento giornaliero con il Celastrolo per via sistemica. Ciascun modello è stato sottoposto a valutazione della composizione corporea, della tolleranza al glucosio, a biopsie di tessuto adiposo bianco (WAT) e bruno (BAT) e del cervello per analisi di espressione genica e proteica.

Risultati principali

I topi resi obesi con HFD trattati con Celastrolo hanno mostrato un significativo calo ponderale in associazione alla riduzione della massa grassa e magra, e dell’intake calorico. L’azione del Celastrolo sul peso è risultata nulla in assenza della leptina e del suo recettore, come dimostrato nei modelli di silenziamento genico; in particolare, in epoca adulta, quando l’intake calorico è significativamente mediato dal signaling della leptina, i topi Lepob e Lepdb trattati con Celastrolo non hanno subito variazioni significative di peso rispetto ai non trattati.
Inoltre, i topi resi obesi con la dieta HFD trattati con Celastrolo hanno mostrato un incremento dei livelli cerebrali del neuropeptide anoressizzante AgRP a livello ipotalamico, indicando un effetto della molecola soprattutto a livello centrale. Peraltro, i modelli di topi knock-out per UCP-1, noto marcatore del browning del tessuto adiposo, hanno mostrato risultati sovrapponibili ai topi wild-type suggerendo come l’effetto sia indipendente dalla termogenesi.

Conclusioni

In questo lavoro gli Autori confermano gli effetti significativi del Celastrolo nel contrastare l’obesità indotta dalla dieta. In particolare, lo studio ha permesso di caratterizzare i possibili target del Celastrolo evidenziando la capacità della molecola di attivare i neuroni anoressizzanti. Tale proprietà, potrebbe essere sostenuta dall’aumento della sensibilità alla leptina a livello centrale indipendentemente dalla modulazione della termogenesi. Questi risultati sottolineano ancora una volta l’importanza dello studio di molecole bioattive nel contrastare l’iperfagia e l’espansione del tessuto adiposo invitando la comunità scientifica a riconsiderare le terapie leptino-sensibilizzanti come una possibile strategia di trattamento dei disordini metabolici.

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